Or di questo si prese da noi a farne uso forse nel decimoquarto secolo con sì fatta diversità, sregolatezza, ed incostanza, che diede occasione a tanti errori ed equivoci nelle scritture, di quanti fanno fede più libri di questa materia trattanti. Sembra però che prenda sbaglio il Salviati, in credendo che i nostri di tal punto si servissero nel miglior secolo, poichè le veci tenesse d'apostrofo, con porlo sotto a tal vocale, che di cacciar via intendevano; imperciocchè il punto, ch'ei dice, era l'espuntorio, di cui altra volta vi favellai, e tanto sotto le vocali, quanto sotto le consonanti l'andavano al bisogno ponendo. Mi maraviglio però che di tali espunzioni non ne abbia osservate niuna ne' manoscritti il Crescimbeni, nel modo ch'egli ingenuamente confessa. Bensì questa differenza s'incontra nel libro delle Fiorentine Pandette, e nell'Orosio Mediceo-Laurenziano, che dove tutti gli altri MSS. hanno il punto espuntorio di sotto, queste venerabili opere lo hanno di sopra alla lettera che ne va tolta.
Ma, tornando a discorrer de' nostri nel secolo decimoquinto, dicono che si ponesse in uso, non che il punto doppio, altramente chiamato punto piccolo, poichè di quello fa la stessa funzione; ma ancora la virgola, che essendo dapprima della figura di una verghetta,
Mostronne in fatti quel che il nome suona.
Ad essa però coll'andar del tempo si tolse la natía rigidezza, e si abbassò, e s'incurvò, portata dal voltare, che nello scrivere fa il nostro polso. Nel secolo decimosesto poi si mise in piè nel Toscano la punteggiatura migliore, ed il Bembo, ed Aldo Manuzio, il vecchio, si dice che la riducessero a perfezione, e che il primo di loro inventasse il punto coma, o, come noi diremmo, il punto e virgola.
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