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      Molti e celebri sono gli antichi monumenti ai quali si deve la memoria delle varie colonie approdate nella Sardegna. Lo stabilire fra esse una gradazione di tempo, come taluno degli storici sardi intraprese di fare, opera sarebbe scabrosissima, e ciò che più monta, infruttuosa; tanta è la sconnessione ed il poco accordo delle notizie rimastene. Sarà perciò miglior espediente rammemorarle tutte, senza fermarne l'epoca, o non dare altro peso alle asserzioni che quello può derivare dalle conghietture.
      La Sardegna ha dovuto dai tempi li più lontani allettare a trasmigrare nelle sue terre quelli sciami di sovrabbondante od irrequieta popolazione i quali nell'infanzia delle società sì di frequente mutarono sede, costrettivi le più volte dai bisogni della vita pastorale ed invitativi sovente dalla facilità di trasportare con esso loro tutto ciò che più vivamente ne attacca al suolo natio, la famiglia cioè, e la proprietà. Situata la Sardegna nel centro del Mediterraneo, a poca distanza dall'Italia e dall'Africa, d'accesso agevole pei capaci suoi porti e pelle sue comode rade, ricca anche in prossimità ai litorali di vaste praterie, poté attirare a sé lo sguardo dei primi naviganti ed invogliare ad occuparla molte famiglie nomadi.
      Quale però che fosse in ragione della vicinanza la facilità del passaggio per gli abitanti dell'Etruria e dell'Africa, inclino a credere che fra le colonie delle quali gli antichi ci trasmisero la memoria, quella dei Fenici sia stata una delle prime a tentarlo, non dovendo ragguagliarsi quella facilità colle materiali distanze, ma coi mezzi di più agevole tragetto.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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