Eguale menzione della colonia di Sardo lasciò Silio Italico [49] , riferendo il nome da lui cambiato alla terra e la confidenza inspiratagli dal generoso sangue del padre. Isidoro [50 ] accolse anch'egli nelle sue Origini l'istessa notizia. Ma quella che più dee interessarne la menzione si è, fatta da Pausania [51] , della statua di bronzo rappresentante quell'eroe dalla Sardegna inviata, come tributo di religione, al tempio di Apolline in Delfo. Mi accosto con qualche diffidenza a disaminare un racconto che sì alto concetto porgerebbe dello stato delle arti nell'isola al tempo dell'offerta, noto essendo il complesso di scientifiche teorie ed il maestrevole artificio richiesto nella fusione d'un monumento di metallo; ma non incontro sufficienti ragioni per muoverne dubbio. Pausania parla di quella statua come d'un monumento esistente in Delfo al tempo del suo viaggio in Grecia, ed assegnando il sito preciso in cui quell'offerta dei Sardi era collocata, trae dalla menzione di loro fatta in tal punto della sua storia l'occasione per intrecciare alle cose dei Foceesi le varie notizie della Sardegna, delle quali riportai finora alcune parti. La storia inoltre dei monumenti d'un tempio così celebre troppo era conosciuta ai dotti della Grecia per le investigazioni in ogni tempo fattene, ed al volgo istesso che in gran folla vi accorreva dai molti luoghi d'Europa e d'Asia, ove la riputazione di quell'oracolo erasi propagata; non era facile perciò il mentire in tanta notorietà di storia, né interesse alcuno indurre potea lo storico ad onorare un paese straniero e lontano con un racconto alterato.
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