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      Forse una rigorosa critica potrebbe contrapporre a queste testimonianze il silenzio di Plutarco e di Curzio, o dubitare dell'influenza delle vittorie d'Alessandro sullo spirito delle nazioni occidentali in distanza tanta di luoghi, che anche oggidì oscure rende le relazioni contemporanee, sempreché non sono per noi compiutamente indifferenti. Tuttavia la conquista e la distruzione di Tiro, che a quei tempi era già seguita, esser può una cagione verosimile del propagato terrore delle armi d'Alessandro, se non nelle nazioni mediterranee, nelle regioni marittime almeno che coi Fenici serbavano corrispondenza frequente di mercatura [86] . Non essendo pertanto improbabile la radunanza di questi quasi generali comizi delle nazioni al cospetto di quell'eroe, non ho ragione di imputare ai sardi scrittori una soverchia credulità; ma sibbene credo d'averla per accagionarli di errore nelle conghietture che derivarono da tal fatto, supponendo che quella legazione porti seco il carattere d'una nazione indipendente e che perciò ad un'età posteriore ad Alessandro si debba riferir il dominio cartaginese. Dipende questo errore da inesattezza di ricerche, e perciò, con i monumenti che sono per addurre, facilmente si verrà in chiaro, se non della irragionevolezza dell'argomento che, considerato da sé solo, si può reggere, della sua contraddizione ai fatti [87] .
      Ecco le notizie che Diodoro Siculo ne somministra della dipendenza della Sardegna da Cartagine in età molto anteriori ad Alessandro. Alloraquando Serse [88 ] movea contro alla Grecia quella poderosa oste che cagione esser dovea di tanta gloria agli eroi delle Termopili e di Salamina, non trascurò punto il vantaggio che potea ritrarre dall'alleanza dei Cartaginesi, colle armi dei quali confidava egli di sterminare i Greci dell'Italia e della Sicilia nel tempo stesso che i suoi Persiani porrebbero a soqquadro la greca penisola.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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