Altra illustrazione ebbe anche questa battaglia dal nome d'uno dei centurioni romani che prode si mostrò nel combattere, come grande fu poscia nel cantare le gesta dei guerrieri. Ennio, il padre della latina poesia, militava allora nelle file romane, venuto di recente dalla Calabria sua patria, e se creder si deve a Silio Italico [151] , dalla di lui mano partì il colpo che atterrò lo sventurato Iosto. Del di lui continuato soggiorno in Sardegna e del suo primo passaggio a Roma avrò altrove l'occasione di dar più opportuna contezza. Frattanto m'è d'uopo riprendere la narrazione della vittoria di Manlio, il quale, perseguitati i fuggiaschi che ricoverati si erano nell'istessa città sovra mentovata, in pochi giorni la costrinse alla resa. Quest'esempio fu seguito da quelle altre città che parteggiato aveano pei sollevati, onde il pretore, dopo averle duramente tassate di stipendio e frumento in proporzione coi mezzi o col demerito di ciascuna, in breve poté ricondurre l'esercito romano a Cagliari. Gittato ivi di nuovo in mare il navilio, salpò col suo esercito, e giunto a Roma, ai padri annunziò la Sardegna domata, e consegnando lo stipendio ai questori, il frumento agli edili e gli schiavi al pretore Quinto Fulvio, ebbe la gloria d'aver in sì importante fazione ristorato in tempi di estremo pericolo le cose della repubblica. Al tempo istesso Tito Otacilio pretore dopo aver dato il sacco alle terre di Cartagine, veleggiando con cinquanta navi alla volta della Sardegna, imbatteasi nella flotta d'Asdrubale, e dopo leggiero affronto costringeva sette navi alla resa, mentreché la tempesta sperperava le rimanenti [152] . Ogni cosa in tal maniera conspirò ad abbattere i tentativi dei malcontenti Sardi e ad infievolire i loro ulteriori disegni.
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