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      Calda era stata quella fazione, ma non tale da scoraggiare compiutamente i rivoltosi. Gracco perciò continuava a soggiornar in Sardegna, allorquando si traevano le nuove sorti per la distribuzione delle provincie. Caddero queste per l'isola sul pretore Marco Popilio Lena; ma questi, giudicando rettamente degli interessi della repubblica ed alla sua privata gloria o vantaggio anteponendoli, dichiarò al senato: Tiberio già da un anno intento essere a rappaciare quella provincia; a Lucio Mummio, pretore dello stesso anno, vana per ciò esser riescita la tratta; il più antico pretore Tito Ebuzio dai padri destinato già a fiancheggiare Tiberio; non interrompessero adunque la serie degli avvenimenti nei quali la continuazione stessa efficace mezzo è di prosperità; consumarsi dai nuovi magistrati gran tempo nel conoscere che meglio impiegato sarebbe nell'agire, e fra lo rassegnare un governo e l'assumerlo le tante volte la bella congiuntura sguizzar di mano. Apprezzarono i padri le ragioni di Popilio e con lui dispensarono che tralasciasse di recarsi in quella provincia, a Tiberio di nuovo accomandandola [186] .
      Frattanto l'esercito romano veniva a nuove giornate e tutte felici coi ribelli, dei quali nei diversi scontri altri quindicimila caddero uccisi, a segno che più dell'odio potendo il disinganno, pacata finalmente dichiarò Tiberio la provincia; seppure il nome di pace conviensi ad una forzata quiete e non è d'applicare piuttosto ai vincitori degli Iliesi il motto celebre di Tacito [187] : allorquando tutti i luoghi disertarono, chiamano ciò pacificare".


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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