Durante tal commessione legato era di Pompeo Quinto Tullio Cicerone, il quale trasferitosi per ragion di tal suo ufficio in Sardegna, rimasevi per qualche tempo soggiornando in Olbia. A questa città perciò l'illustre di lui fratello indirizzava le lettere che in tal circostanza ebbe a scrivergli, nelle quali un lettore sardo ammirar deve la festività e le aggraziate maniere del dire, ma notare al tempo istesso l'acrimonia d'animo per cui egli in questa del pari, che in tutte le altre opportunità non seppe tenersi dal bezzicare quei troppo odiati provinciali [218] . Quei provinciali nullameno apprezzarono Quinto, che attirar si seppe la loro stima, ed il di lui fratello istesso pubblica menzione fece dell'ottenuto aggradimento dei Sardi, allorquando contro ad essi ebbe a trattare la difesa del pretore Scauro che ora imprendo a riferire.
Due anni dopo la partenza di Quinto, pretore della Sardegna venne destinato Marco Scauro, figlio d'altro Marco, che principe era stato del senato e figliastro di Silla il dittatore [219] . Il nome di questo pretore oscuro rimase per più secoli; che noto era solamente per qualche minutissimo frammento d'un'orazione di Cicerone a sua difesa e per la menzione da Plutarco fatta [220 ] della straordinaria fortuna del di lui genitore elevato a sublime grado a dispetto della vile sua schiatta e della più vile sua vita. La diligenza e pazienza delle odierne investigazioni dei dotti ha in questi anni ravvivato la di lui memoria, ridonato avendo alla luce molti importanti squarci della focosa arringa detta da Cicerone a suo pro, i quali assieme ad altre preziose scritture dello stesso oratore ascosi lunga pezza trovavansi nelle obbliate pagine di antichi palimsesti.
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