Venne anche fra gli altri grandi di Roma Appio Claudio, pretore destinato per la Sardegna [229] ; e forse alle conferenze seco lui tenute dovuto fu l'aver quell'isola senza titubanza parteggiato poscia per Cesare nel calore della guerra civile.
Tuttavia non come altre provincie ricevette la Sardegna in quel tempo tacitamente la legge del più fortunato, ma mostrò apertamente qual partito le andasse più a grado. Pompeo sciolto avea da Brindisi, e Cesare valutando colla sua altissima perspicacia meno la di lui fuga che l'abbandono fattogli dei destini dell'Italia, si studiava d'afforzarsi nelle provincie dell'Occidente, sicuro di debellare più prontamente il suo rivale allorché fosse libero dal timore di lasciar dietro a sé qualche nemico. Intese egli pertanto a guadagnare l'animo dei Sardi; ché importantissimo gli riesciva il favore di quella provincia pei soccorsi che ne attendeva e per quelli dei quali volea privare l'esercito di Pompeo. Inviò perciò in Sardegna Marco Valerio, suo legato, con una legione. Governata era allora la Sardegna da Marco Cotta; ma non fu d'uopo che i due capitani contendessero fra loro il possesso dell'isola, perché i Cagliaritani preso da per sé il lor partito, seppero appena il disegno di Valerio di recarsi alla loro volta, che a Cotta dichiararono avesse a lasciar voto il seggio al rappresentante di Cesare. Cotta intimidito e sapendo consentire oramai palesemente ai Cagliaritani l'isola tutta, abbandonò con precipitata fuga il comando, che senza ostacolo alcuno occupato fu da Valerio al primo suo giungere nella provincia [230] . Allorquando poi Cesare creato dittatore e quindi consolo, alle provincie tutte destinò a suo volere i novelli governanti, Valerio ebbe lo scambio con Sesto Peduceio [231] .
| |
Roma Appio Claudio Sardegna Cesare Sardegna Brindisi Cesare Italia Occidente Sardi Pompeo Sardegna Marco Valerio Sardegna Marco Cotta Cagliaritani Valerio Cotta Cesare Cagliaritani Valerio Cesare Valerio Sesto Peduceio
|