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      Se vietato era, o non consigliato ai presidi delle provincie l'accompagnamento delle mogli, loro era dato invece codazzo di numerosi officiali, che all'amministrazione della provincia od al servigio del preside venivano destinati. Annoveravansi fra i primi i legati della provincia, i tribuni dei soldati, i centurioni, i prefetti, i decurioni, gli assistenti alle opere militari, ed alla tenuta dei conti, gli scrivani, gli aiutanti dei comandanti della milizia, i banditori, i littori, gl'interpreti, i corrieri, gli aruspici; fra i secondi, i servienti della camera ed i medici, ed inoltre una quantità numerosa di donzelli, che tenea quotidiana compagnia al governante e che corte pretoria e quasi pretoria detta era [318] . Né invano io nominai questo copioso seguito di aiutanti, o salutanti, ché in appresso si vedrà non esser stato senza aggravio per le provincie questo onorevole corteggio dei loro presidi.
      Per ora siccome considerato abbiamo alcuni saggi avvertimenti dati ai reggitori delle provincie, così ne gioverà il rammentarne un altro che molto declina dall'antico rigore, se non dei fatti (che purtroppo furono sconci), delle massime almeno republicane. Istruire volea lo stesso Ulpiano il novello proconsole del come avesse da governarsi nell'accettare i presenti offerti dai provinciali, e consiglialo né affatto si temperi del ricevere, né la moderazione sopravvanzi nell'accettare, acciò né avido sia per comparire, né dispettoso [319] . A qual uopo egli adduce un rescritto degli imperatori Severo ed Antonino, che concepito era in tal guisa: in quanto ai presenti si appartiene, ascolta ciò che pensiamo.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Ulpiano Severo Antonino