Ma la debolezza del legato pontificio non avea corrisposto, nel concilio tenuto in Arles, allo zelo di Liberio; onde conturbato sommamente il pontefice pei grandi mali traboccavano nella Chiesa in quel predominante giudizio dei vescovi orientali, stava sopra di sé meditando il riparo a tanto scandolo, alloraquando appresentossi ai suoi sguardi confortatore opportunissimo Lucifero cagliaritano [483] . Noto era egli già alla Chiesa per l'ardenza del suo zelo, per la singolare sua perizia ed intelligenza delle sagre scritture, per l'eccellenza dell'ingegno e facondia del dire, e volato era allora dalla sua sede a fiancheggiare il pontefice ed a profferirglisi campione animoso della fede in sì duro frangente. Rinfrancato pertanto Liberio, non esitò punto a dichiarargli quanto di lui si confidasse, commettendogli di girne suo legato all'imperatore ed a lui spiegare ogni cosa, onde ottenere il di lui consenso per la novella discussione in un concilio delle riaccese contenzioni. Prevedendo al tempo istesso il pontefice quale conforto tornerebbe a Lucifero dall'avere per compagno l'esimio suo amico Eusebio, valevasi anche della di lui opera in quell'ardua intrapresa [484] .
Nato era Eusebio al pari di Lucifero in Cagliari nello scadere del III secolo, ed al pari di Lucifero avea renduto chiaro nell'Italia e nella Chiesa tutta il suo nome [485] . Trasportato ancor fanciullo in Roma dalla madre sua Restituta, avea ricevuto dal pontefice Eusebio il battesimo ed il nome; e caro poscia era diventato a Melchiade, successore di Eusebio, e quindi a Silvestro, che ordinollo lettore, a Marco, che lo elevò al presbiterato, ed a Giulio, che, tenendo gran conto della di lui dottrina, lo nominò interprete dei sagri volumi.
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