Ad un tant'uomo adunque stimò Liberio di commettere una parte della difficile legazione addossata a Lucifero [489] : ed ambi satisfecero pienamente al mandato, ottenendo dall'imperatore la convocazione di un concilio, che fu celebrato indi a poco in Milano. Presiedeva a tal concilio Lucifero, come legato del pontefice, e malagevole sopramodo era quell'incarico; ché con iscopo diverso erano concorsi all'assemblea i vescovi dell'Oriente, li quali, coi pensieri sempre accesi a provocare la condanna di Atanagio, la pace e consentimento della Chiesa in un dogma della più alta importanza voleano far dipendere da una ingiusta e criminosa transazione. Abbisognandosi pertanto più che mai della presenza di Eusebio, il quale interponeva qualche difficoltà all'andare, calde lettere gli si scriveano dall'imperatore, che della di lui autorità tenea gran conto, dai vescovi ariani, i quali non disperavano di trovar modo che la di lui opinione potesse pendere a loro pro, e da Lucifero, il quale, giudicando più rettamente dell'amico suo, di lui sopprattutto si confidava per vegghiare con diligenza sovra ogni accidente e serbar saldi li fondamenti della vera credenza [490] .
Malauguroso fu per la Chiesa il risultamento di tale consesso, poiché la fermezza dei due prelati sardi fu, è vero, bastante ad impedire lo scandolo massimo del prevaricamento dei più illustri vescovi; ma a tanto non poterono giugnere i loro sforzi per conservare la quiete, che non fossero di grande intervallo avanzati dai rigiri facevansi dagli ariani per muoverla.
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