La narrazione tramandataci da Vittore Vitese [514 ] del rapido progredire delle armi vandaliche in quella circostanza, per cui non solo ridussero in loro potere tutta l'Africa, ma la Sicilia, la Sardegna, la Corsica e le isole Baleari travagliarono colle loro incursioni", ci dimostra pienamente che dai primi anni dopo la morte di Valentiniano ebbe incominciamento in Sardegna la stabile signoria di quei barbari [515] .
Col mezzo di quelle scorrerie, sulle tristi vicende delle quali la storia dell'uomo lascia più luogo a meditare di ciò che la storia di quei tempi lasci a narrare, la Sardegna tornò per la seconda volta in suggezione dell'Africa. E maggiore fu al certo il desolamento delle nostre contrade al porvi piede le squadre dei Vandali che nell'approdarvi le flotte puniche; poiché in quei remoti tempi nei quali non si può affermare se nei conquistatori o nei vinti prevalesse la barbarie, la vittoria si risolveva in un mescolamento di popoli d'indole eguale; ma dopo i lunghi anni della signoria romana, da poi che per la novella religione di Cristo si erano ingentilite le istituzioni e purificati i costumi, le arme sole tranquillavano dopo la vittoria, non gli odi. Quella stessa religione che fu mai sempre la confortatrice migliore dell'umana concordia, somministrava allora maggiore incentivo alla divisione dei due popoli, dacché, penetrato nell'animo dei Vandali l'errore degli ariani, eglino non così mostravansi paghi di comandare a novelli sudditi, come di numerare novelli proseliti.
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