È questo registrato in una delle costituzioni imperiali chiamate novelle [557] ; ed a chi fu incaricato di ridurlo a forma di legge sì grande ne sembrò il benefizio, che invece di notare nel titolo il consueto compendio del provvedimento, egli volle svegliare la maggior attenzione del lettore con una formola straordinaria, scrivendo queste enfatiche parole: ognuno renda grazie a Dio per una tal legge". In questa adunque non volendo Giustiniano trascurare veruna cosa che gli venisse in mente pel bene dei suoi sudditi, e bramando di por termine, com'egli disse, ai disonesti e servili ladronecci coi quali i provinciali erano travagliati dai loro giudici, comandò che a titolo gratuito si conferissero d'allora in poi le cariche di amministrazione, affinché si togliesse agli amministratori un'occasione di misfare e cessasse lo scandolo dei preceduti imperii, nei quali concedendosi gli uffizi civili a coloro che li aveano comperati col denaio, e toglievasi ai sovrani la facoltà di riprendere gli amministratori malvagi, ed a questi quasi giusto tornava l'arbitrio di tener celate le loro riscossioni".
Grande certamente era il vantaggio che Giustiniano avea introdotto nel governo del suo stato con restituire alle pubbliche cariche l'antico onore, proscrivendo quelle venali concessioni, le quali, malgrado degli antichi e dei recenti esempi, o furono infauste, o se produssero talvolta felici risultamenti, tutto dovettero a quella buona ventura con cui si governano per lo più i negozii umani, niente a quella ragione severa con la quale dovrebbono governarsi.
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Dio Giustiniano Giustiniano
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