Costante imperatore, di cui testé ho fatto menzione, noto nella storia della Chiesa per le sue persecuzioni contro al pontefice Martino, ed in quella dell'impero per le sue guerre coi Saraceni, lasciò anche alla storia sarda un tristissimo ricordo di sé allorquando, abbandonata la sede imperiale, passò a soggiornare in Italia. All'amorevolissimo accoglimento fattogli in Roma dal pontefice Vitaliano, egli avea corrisposto spogliando quella metropoli di tutti i bronzi che l'adornavano e togliendo le stesse ricche tegole che cuoprivano l'antico Pantheon. Rittrattosi poscia in Sicilia, si messe ad aggravare quei popoli e quelli della Calabria, Sardegna ed Africa con tanto esorbitanti avanie, che gli storici come di cosa infin allora inaudita ne favellarono. Così aspra era la violenza impiegata nel riscuotere insolite gravezze, che nella universale tristezza vedeansi separati dalle consorti i mariti e divisi i genitori dai figliuoli, perduta oramai la fiducia non che di vivere pacificamente coi suoi, ma di vivere. Depredò egli per soprassoma i vasi preziosi ed i tesori dei luoghi sagri [590] ; ed in una parola ruppe contro ai sudditi suoi quella guerra di esterminio e di rovina che torna più fatale di qualunque esterna incursione. Onde non potendo essere di lunga durata termini di governo così barbari, ebbe Costante a perire vittima d'una congiura alcuni anni dopo nell'istessa isola, spento entro al bagno [591] . Sebbene non poté bastare la di lui morte a far sì che in Sardegna quietassero i popoli; giacché essendo stato innalzato alla tirannide in Sicilia un oscuro e vezzoso giovanetto, chiamato Mecezio, fu mestieri che per sostenere i dritti imperiali di Costantino Pogonato, primogenito di Costante, cooperasse anche la Sardegna con ispedire alla Sicilia molti dei suoi uomini armati a debellare l'invasore del regno [592] .
| |
Chiesa Martino Saraceni Italia Roma Vitaliano Pantheon Sicilia Calabria Sardegna Africa Costante Sardegna Sicilia Mecezio Costantino Pogonato Costante Sardegna Sicilia
|