Prima di procedere colla narrazione ai fatti in quel secolo accaduti, mi giova il notare come senza fondamento di autorità rispettabile siasi voluto dagli storici nazionali aumentare il novero dei dominatori dell'isola, attribuendo a Luitprando, alcuni anni dopo del riscatto già riferito, il disegno e la sorte della liberazione della Sardegna dal giogo saraceno; in qual maniera i Longobardi avrebbono avuto un giusto titolo di signoreggiarvi durante tutto il tempo in cui procedette in Italia il loro regno. Il Fara, il quale il primo abbracciò quell'opinione, non poté produrre altra autorità che quella di Felino Sandeo, giureconsulto italiano del XVI secolo, e dell'oscuro scrittore Pietro Recordati [598] . E con ciò mentre da un canto trasandò l'argomento che doveasi trarre per credere il contrario dal silenzio degli storici contemporanei e dei critici più oculati, privò anche la Sardegna della gloria che dovea tornarle; poiché incontrandosi, come già scrissi, cacciati dal suo suolo i nemici in altra età e non chiarendosi ciò fatto colle arme e coll'ausilio dello straniero, resta che si creda essere stati li stessi Sardi operatori della loro liberazione in quella, come lo furono nella succeduta invasione.
Da questo primo errore in altro non meno grave si dovette trascorrere; poiché se dei Longobardi era l'isola, spento colle arme di Carlo Magno il regno longobardo in Italia, conveniva annoverare anche la Sardegna fra le altre regioni passate in tal tempo sotto la signoria dei Franchi.
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