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      A tempi di questi più remoti salì nella sua storia sarda il Vico, il quale non dubitò di asserire che già nel quinto e sesto secolo Torres fosse governata dai suoi giudici; rammentando egli un Gonnario o Gianuario, uomo pio e restauratore della chiesa di S. Maria di Cerigo, consagrata nei primi anni del secolo V [630] ; ed un Comita che, nel declinare dello stesso secolo, eletto giudice dal clero e dai notabili turritani e poscia dalla provincia di Arborea, edificò nel principio del secolo seguente la basilica di S. Gavino di Torres; nel mentre che un altro giudice chiamato Baldo governava anch'egli separatamente la provincia di Gallura [631] . Non è d'uopo che io mi faccia qui con critiche osservazioni a disaminare quanto la Cronaca sarda, della cui autorità solamente giovasi quello scrittore, sia opposta alle altre memorie rimaste sulla fondazione della basilica di Torres, per le quali si assegna un intervallo di otto secoli fra il martirio del santo e l'innalzamento della di lui chiesa [632] ; né credo necessario di richiamare alla luce gli argomenti pei quali o nissun conto devesi tenere dell'inscrizione dello stesso tempio indicante essersene fatta la consagrazione nel principio del VI secolo, od almeno non può formarsene conghiettura valevole sull'esistenza contemporanea dei giudici, dei quali non vi si dà nissun cenno [633] . Le ampie e ponderate considerazioni delle quali si prevalse il Gazano, mostrando l'illusione con cui furono scritte dal Vico quelle notizie, non solamente sono atte a disingannare coloro che colle ragioni si governano, e non coi prestigi delle pregiudicate opinioni, ma soprabbondano ancora oltre il bisogno; ché le armi severe della critica dovriansi impugnare solamente nelle dubbie contenzioni, ove è gloria l'arrecare miglior sentenza, non in quelle nelle quali al primo sguardo dell'uomo savio si dilegua ogni oscurità. Io mi contenterò dunque d'accennare che fino a quando alle memorie fin qui menzionate nel corso di questa storia, dalle quali apparisce quali fossero i governanti e le forme di reggimento della Sardegna in quel tempo, si opporrà solamente un'oscura cronaca, della quale è ignoto il tempo e l'autore; è d'uopo rinunciare ed a quel senno con cui si debbono scrivere le storiche narrazioni, ed a quello con cui si debbono leggere, per esitare un momento nel colpire colla disapprovazione o col dispregio le vecchie fole.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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