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      La storia sarda è specialmente debitrice di tali dilucidazioni al dotto illustratore delle antichità italiane Lodovico Muratori, delle cui scoperte giovandomi, mi valgo in primo luogo di una carta del giudice turritano Gonnario secondo, la quale, sebbene per l'età in cui fu scritta appartenga alla metà del secolo duodecimo, per le notizie inseritevi sale a tempi molto più antichi [637] . In questa carta Gonnario, che re s'intitola e signore per grazia divina dei Turritani, e nel seguito giudice dicesi della stessa provincia, volendo nell'anno ventesimo del regno suo recarsi a venerare i luoghi santi della Palestina, soffermatosi nel monistero dei Benedettini di Monte Cassino, dichiarò voler confermare varie donazioni a quel monistero già fatte per lo innanzi, e segnatamente quelle che l'atavo suo Barisone re, l'avo Mariano, e Costantino, padre suo, insieme colla regina Marcusa, di lui consorte, e con molti altri consanguinei della famiglia del donatore ivi nominati, aveano già in altri tempi fermato a benefizio di quei monaci [638] . Dalla quale narrazione questa giusta considerazione fé derivare il Muratori; essere cioè evidente che se l'atavo di Gonnario era già fregiato del titolo di re, l'istituzione del regno turritano ebbe il suo principio meglio di un secolo avantiché salisse al governo questo principe, e nei primi anni perciò del secolo undecimo.
      Nondimeno io mi contento che si restringa alquanto il computo del valente scrittore, onde porre in concordanza l'argomento tratto da quella carta col ricordo registrato negli annali cassinesi [639 ] di un atto di pietà di Barisone, re di Sardegna, (non distinto per quanto a me pare dal Barisone atavo di Gonnario), il quale nella carta del Muratori si chiama re senza indicazione di provincia e dagli annalisti si dice re di Sardegna, forse perché la di lui signoria estendevasi, come in altro luogo si vedrà, fuori della provincia turritana governata dai suoi successori; o perché in quei tempi della conquista pisana e del rimescolamento di tante antiche e novelle giurisdizioni, non bene erano conosciuti in Italia i titoli particolari dei nostri giudici.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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