Citò infatti in quel luogo il Gazano le storie del Tarcagnotta [649] , senza por mente che questo scrittore non delle invasioni del secolo XI toccava nel libro nono delle sue compilazioni, ma di quelle che nel IX secolo travagliarono l'isola e che per me furono a suo luogo già riferite [650] . Citò parimente gli annali pisani, ma per quanto ne pare sull'altrui fede; poiché nel primo anno del secolo XI, le varie cronache conosciute sotto quel nome non fanno menzione veruna di Museto o della Sardegna. Citò infine il libro secondo delle storie milanesi di Tristano Calco; il quale né in quel libro contenente le sole memorie appartenenti al IV secolo potea dar contezza di quel fatto, né la diede in quello [651 ] nel quale l'ordine dei tempi a ciò lo invitava; ma solamente nel XII secolo [652 ] ebbe a comprendere nei suoi annali le cose della Sardegna, narrando le vicende d'un novello re dell'isola, coronato allora in Pavia, del quale a suo tempo si tesserà la storia.
Purificata adunque in questo luogo la storia sarda da tali errori, io mi contenterò di riconoscere già stabilita nel principio del secolo XI la signoria di Museto in Sardegna, per la sola ragione che nel tempo stesso le istorie pisane e genovesi ci chiariscono delle prime operazioni fatte in Italia per snidiarnelo. I ricordi li più antichi appartengono al secondo ed al quarto anno del secolo [653] . Ma di questi devo tenere minor conto, sia perché infruttuosi si dissero i tentativi fatti allora dai Pisani, stornati nell'intrapresa per le scorrerie dei Lucchesi sulle loro terre; sia perché riconoscendosi comunemente [654 ] che alle prime deliberazioni della repubblica pisana influì grandemente un diploma del romano pontefice Giovanni XVIII [655] , il quale avea dichiarato prezzo della liberazione esser la signoria dell'isola, non bene sarebbe conciliabile la più antica di quelle memorie col tempo in cui ebbe principio quel pontificato [656] . Credo perciò che la storia debba rammentare in primo luogo quella spedizione che i Pisani ordinarono dopoché per alcuni anni rimaneva altamente riposta nell'animo loro l'onta dell'incursione fatto avea Museto nella loro città, partendo dalle spiaggie sarde nel quinto anno del secolo; alloraquando Pisa, vota di difensori e già semiarsa, fu debitrice della sua salvezza in gran parte ad un'animosa gentildonna dell'illustre casato dei Sismondi [657] .
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