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      Malgrado di tali contrarietà notabile incremento dovettero ricevere gradatamente nell'isola le cose religiose; poiché nel secolo duodecimo, al quale l'ordine dei tempi ci ha condotti, talmente accresciuto si incontra il numero delle sedi vescovili, che oltre alli due arcivescovi di Cagliari e di Torres, stabilito troviamo anche nella provincia di Arborea un metropolitano, e descritti in tutta l'isola quindici seggi episcopali [703] . Vedonsi perciò fino dai primi anni di quel secolo intervenire alla consagrazione della chiesa di S. Maria di Saccargia i tre metropolitani e molti altri prelati dell'isola, che invitati dal pontefice a ciò fare, illustrarono colla loro presenza una solennità di cui poche si rammentano più splendide nelle memorie nostre di quel tempo. Reggeva allora il giudicato turritano ossia di Logodoro Costantino, figliuolo di quel Mariano del quale non ha guari si è trattato; e sollecito egli a sciogliere un voto che fatto avea per la fondazione di un monastero camaldolese in quel luogo di Saccargia insieme con la consorte sua Marcusa di Gunale, colla maggior pompa volle onorare quella consagrazione. Né senza frutto fu per avventura nell'indirizzamento delle cose religiose l'unione di tanti vescovi, che convenendo per più giorni in quel luogo ebbero campo a conferire comunemente sugli ecclesiastici negozii; poiché nissun'altra cosa potea esser più giovevole per ritirare verso il suo principio la disciplina dimessa delle chiese. Ma la Cronaca sarda, nella quale serbasi il ricordo di quella consagrazione, non dà verun cenno in tal proposito: e solo esaltando la pietà dei principi e la magnificenza delle feste celebrate, ci fa poscia conoscere come seguita la morte del fondatore e succeduto nel regno quel Gonnario II più volte già da me rammentato, la di lui madre, parendole di non poter perfettamente dedicarsi alla quiete religiosa, se il luogo non abbandonava dove avea regnato, transferitasi in Messina ed ivi fondato un ospedale colla somma copiosa di denaio recata con seco alla solitudine, consumò i suoi giorni nel ritiro [704] .


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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