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      Frattanto anche i giudici delle altre provincie non rifinivano di beneficare le chiese straniere; poiché il primo monumento che ci si presenta del regno di Costantino II di Cagliari, figliuolo e successore del secondo Torgodorio, altro non è che una conferma alla chiesa di S. Maria di Pisa di varie precedute largizioni [723] . Come nel regno di Arborea governato dopo il decesso dell'antico Orzocorre dai giudici Torbeno, Orzocorre II, Comita, Gonnario e Costantino, noti appena alla posterità pel ricordo restato del loro nome [724] , il successore loro Comita II lasciava in questo stesso tempo maggiore rimembranza di sé per un atto simile di sua liberalità a favore della chiesa di S. Lorenzo in Genova e del comune della stessa città. Gli annalisti pisani e genovesi [725 ] rammentando questa donazione di Comita l'ascrivono al bisogno ch'egli aveva di cattivarsi il favore dei Genovesi onde insorgere all'uopo contro ai Pisani, dai quali era stato travagliato. Ma le notizie maggiori da me rinvenute ragguardanti a questo regolo mi pongono in grado di far meglio conoscere il di lui pensiero. La carta ch'egli soscrisse contiene una donazione assoluta di varii beni ed una profferta di altra largizione, alla quale trovasi posta la condizione del futuro acquisto del regno di Torres [726] . Si viene perciò a chiarire che l'ambizione di occupare un regno non suo e la fiducia di meglio riuscire in ciò coll'aiuto della repubblica amica, erano la cagione precipua delle liberalità di Comita; il quale in tal maniera il primo si manifesta fra i giudici sardi che abbia tentato di estendere ad altra provincia la sua signoria.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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