In questa, assicurata reciprocamente la libera navigazione a quella volta, si guarentirono anche le possessioni protette da ciascun dei due comuni; e segnatamente quella della provincia d'Arborea, dichiarata dipendente dai Genovesi. Dal canto dei quali ne sembra che maggiore sia stato il timore o la diffidenza della esatta osservanza dei patti; perché a solo loro vantaggio fu convenuto che i giudici sardi, e dieci dei magnati in ciascheduna provincia, giurassero ai Genovesi sicurezza e giustizia [784] .
Prima di tale pacificazione, spenta erasi già la vita angosciosa di Barisone di Arborea, trovandosi due anni prima di quella concordia le memorie più antiche del regno egualmente travagliato del figliuolo suo, Pietro. Le ulteriori notizie che restano del regno di Barisone, ce lo manifestano occupato in opere di religione; avendo il Muratori serbato il ricordo delle cospicue donazioni da lui fatte ai monaci cassinesi colla condizione che dodici monachi s'inviassero dall'Italia in Arborea, e fra questi si trovassero alcuni istruiti talmente in lettere, che potessero all'uopo esser eletti arcivescovi o vescovi, o trattare nella corte imperiale o nella curia romana dei negozii del giudicato con buon risultamento" [785] . Dalla qual dimanda anche quest'altro argomento s'inferisce, che gli studii troppo erano negletti nella provincia, come lo doveano essere fra tanto turbamento di esteriori mali e d'intestini. Opera di religione fu pure, ma frutto ad un tempo di quella passiva politica di Barisone, l'altra liberale donazione posteriormente da lui soscritta a favore della chiesa maggiore della città di Pisa, cui concedette una sua casa con servi ed ancelle e varii altri poderi, vigne ed armenti [786] . Onde l'ultimo atto a noi cognito del regno di Barisone ce lo mostra titubante nella scelta dei suoi protettori; come la serie degli avvenimenti suoi ce lo ha mostrato pieghevole ad ogni timore; subito ad ogni fidanza; cieco per quel suo tumore di mente che faceagli agognare la sovranità intiera dell'isola; intento a combattere senza giusta causa i giudici delle altre provincie, che avrebbero dovuto essere i migliori suoi amici; e sollecito ad accarezzare con incerta vicenda di favore ora i Genovesi, ora i Pisani; i quali sarebbonsi potuti riputare e gli uni e gli altri li maggiori suoi nimici, se il nemico maggiore di Barisone non fosse stato egli stesso.
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