E dopo vari fatti d'arme colle truppe del marchese composte di Sardi e di Catalani, le cose si risolvettero in una giornata campale; in cui i Genovesi, opponendo agli aiuti pisani sopravvenuti al giudice gli aiuti loro inviati dalla patria, ruppero intieramente le soldatesche di Guglielmo. Impadronitisi allora del castello di S. Igia, lo smantellarono in gran parte e ritornarono poscia in Genova ricchi del fatto bottino [793] .
Malgrado di tale sconfitta, Guglielmo dovette serbare intatta la di lui signoria; poiché indi a poco tempo le memorie di quell'età ce lo mostrano giudice non solamente pacifico nel suo dominio, ma confidente di se stesso al segno che poté inquietare e travagliare prepotentemente i suoi vicini. Contengonsi a tal uopo le più ampie notizie in una epistola del sommo pontefice Innocenzo III salito allora alla sedia apostolica [794] . Volendo egli rendere informati gli arcivescovi di Cagliari e di Torres ed il vescovo di Sorra delle cagioni vere delle competenze insorte fra l'arcivescovo ed il capitolo di Arborea, per comporre le quali deputava quei tre prelati, loro narrava come il giudice Guglielmo di Cagliari, già altra volta colpito dalle censure della Santa Sede, si fosse impadronito della persona del giudice di Arborea e del piccolo di lui figliuolo, e quindi della loro signoria; come l'arcivescovo genovese di nascita, paventando l'ira di Guglielmo e quella dei Pisani suoi amici, rifuggitosi in quel tempo altrove, avesse lasciato a lui il campo di usurpare i beni di quella chiesa, ed al clero l'occasione di validare l'usurpazione della provincia con la solenne elezione fatta del marchese pel governo del giudicato [795] ; come restituitosi poscia l'arcivescovo alla sua sede, mal comportando egli le ingiuste operazioni, avesse negato al clero il perdono, al giudice l'obbedienza; essersi perciò accese fra il prelato ed i chierici le gare le più animose, ed il giudice aizzarle a tutta possa; invano essersi colà spedito l'arcivescovo pisano legato dell'isola, perché, mostrando egli maggiore inclinazione all'accusa del prelato che alla di lui difesa, secondava già manifestamente le parti di Guglielmo; il quale mentre avea permesso che i Pisani corressero a impeto sulla persona del prelato, lo impediva di passare in Roma a richiamarsene; avendo infine ordinato che per mezzo del giudice turritano fosse l'arcivescovo per lungo tempo tenuto in prigione e caricato di catene.
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