Commetteva pertanto Innocenzo a quei prelati che, indagata la verità di ogni cosa, esercitassero rigorosa giustizia contro al marchese ed ai suoi fautori, costringendoli alla restituzione del maltolto [796] .
Nel determinare quale sia stato il giudice d'Arborea che fu privato da Guglielmo della signoria e della libertà, non andarono errati gli scrittori delle cose sarde, i quali tal fatto dissero accaduto regnando ancora Pietro, figliuolo di Barisone [797] . Ma nello stabilire la serie dei di lui successori errarono non meno i due più antichi nostri storici, i quali fra quel regolo e l'altro suo successore dello stesso nome, intromisero uno o più giudici del nome di Ugone di Basso, che quelli dei nostri scrittori più recenti, i quali, non conoscendo verun atto di autorità di questi ultimi, non stimarono di tenerne conto [798] . Io ho la sorte di poter in questo intervallo di tempo, il quale fu finora uno dei più oscuri della storia di quel giudicato, apportare nuova e non dubbia luce mercé di una preziosissima carta dell'archivio ducale di Genova che mi fu dato di poter esaminare e produrre.
Per questa si fa chiaro che vivea nel declinare del secolo XII Pietro, figliuolo di Barisone, alloraquando Ugone di Basso, non arrivato ancora agli anni della pubertà, figliuolo di un personaggio dello stesso nome conosciuto per lo innanzi con quello di Poncetto, ebbe a contendere acremente con quel giudice per sostenere i diritti che egli aveva insieme con lui sovra quel giudicato. Questa contesa che sarebbe stata malaugurosa per la provincia e pei governanti se alla sorte delle armi se ne fosse commessa la decisione, fu felicemente acquetata mercé di un compromesso, nel quale Pietro ed Ugone coll'assistenza del curatore suo Raimondo di Turingia, si suggettarono al giudizio del consolo di Genova Guglielmo Burono.
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