Ed è questo certamente quel giudice di Gallura, Giovanni, il quale correndo quei tempi fu stimato fra i più grandi patrizi di quella città; e capo di parte guelfa, cacciato prima da Pisa ed allegatosi quindi coi Fiorentini e coi Lucchesi, impadronissi del castello di Montepopoli presso a S. Miniato, dove poco dopo ebbe a morire [868] .
Alcuni anni avanti i fondamenti primieri si gittavano del novello dominio che dovea un giorno tutta ragunare la sarda popolazione sotto un solo vessillo. I Pisani, forti delle vittorie ottenute in Cagliari, aveano incontrato maggior agevolezza nel tentare di radicare la loro signoria anche nel giudicato turritano [869] ; nel quale essendo penetrato con buon nerbo di soldati il conte Ugolino della Gherardesca, già altra volta mentovato, o dovette per qualche tempo allontanare da quel comando coloro che governavano a nome di Enzio, o distaccarli almeno dall'obbedienza verso i sommi pontefici, ai quali tanto ligia erasi mostrata Adelasia [870] . Meditava perciò Clemente IV, papa, come poter recuperare i suoi diritti su quella provincia, allorché dopo essersi presentate a lui le dimande di Carlo, re di Sicilia, e di Enrico, infante di Castiglia, i quali aspiravano amendue al trono sardo ed aveano colla reciproca emulazione corrotto le loro brame, si affacciò rivale loro in quella richiesta Giacomo, re di Aragona, coll'intento di fregiare del titolo di re della Sardegna il figliuolo suo secondogenito, che fu poscia sovrano delle isole Baleari [871] . Tuttavia tornava allora vana anche questa dimanda; poiché il pontefice contristato per la perdita della provincia turritana, dove disegnava accordare il passaggio al novello re, e titubante ancora per le contrarie pretensioni degli altri principi, volle tenere in sospeso ogni negozio fino a che migliori corressero i tempi [872] .
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