Oltrecché basterà l'aver nominato Ugolino perché nell'animo del lettore sorga l'immagine ferale dei di lui strazii, e senta egli suonare di nuovo quelle patetiche parole che fruttarono infamia eterna al traditore arcivescovo nei sublimi versi di Dante. Onde io mi rimarrò di più toccarne; contentandomi che in questa estrema parte dei fasti dei nostri giudici si presenti tratto tratto la rimembranza di un nome, per cui sembrami che nello spirito del lettore debba penetrare quel sollievo istesso che altra volta io sentii, alloraquando mi consolavo della povertà dei prischi nostri fatti con mescolarvi il nome dei più grandi cittadini di Roma.
I consigli della pace fra le due repubbliche si erano allora già recati a maturità; e condizione dell'accordo era stata fra le altre quella dell'abbandono da farsi ai Genovesi del castello di Castro. Ma i Pisani continuando nell'antica ritrosia, come approssimavasi il tempo della cessione della rocca, così chiedevano si prorogasse per un anno l'effetto della convenzione, e si accettassero in sicurtà altri luoghi dell'isola e la torre istessa del porto di Pisa colla fortezza della Gorgona [893] . Rendeasi anche malagevole ai Pisani la consegna del castello per gli interni movimenti d'arme dell'isola, nella quale la feroce morte del conte Ugolino avea incitato a vendetta il conte Guelfo, di lui figliuolo. Udita egli la trista sorte del genitore e dei fratelli, ribellossi dai loro uccisori; e fortificando Villa Iglesias e Domusnovas colle castella di Baratuli, Gioiosaguardia, Acquafredda ed altri luoghi vicini, avendo accozzato le sue forze con quelle dell'altro suo fratello Lotto, passato dall'Italia nell'isola con soldatesca da lui condotta a stipendio, sosteneva a mano armata la sua indipendenza.
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