Serbasi fra i scelti diplomi pisani pubblicati dal cavaliere Flaminio Dalborgo [919] , la carta di quella delegazione; ed argomento se ne trae non solo per riconoscere esercitata in quel tempo nella città e castello di Cagliari, in Villa Iglesias, in Terranova ed in altri luoghi di quelle due provincie una intiera sovranità; ma eziandio per chiarire in qual maniera e per mezzo di quali uffiziali i Pisani le governassero. Poiché fra le persone sottoposte al sindacato si nominano i così detti vicari del regno cagliaritano e della Gallura, i castellani, i giudici ed i salinieri di Cagliari, il rettore ed i così detti vigili e gastaldi di Villa Iglesias, i ministri delle curie ed i maggiori delle ville, i podestà ed i camerlenghi, i consoli del porto, i capitani di guerra, i sergenti e molti altri uffiziali minori, dei quali in quella carta si contiene il novero.
Nullameno un dritto regale, anche prima di quell'età, sembra sia stato esercitato dal comune pisano in Sardegna; quello cioè di coniar moneta. Il celebre monetografo italiano Giorgio Viani, rapito negli anni precorsi ai suoi studii numismatici, possedea nella sua raccolta una preziosa e rara moneta d'argento, la quale, coniata nella terra di Villa Iglesias, dimostra nella sua leggenda che colà esisteva una zecca e che era posta sotto l'autorità del comune di Pisa. Né certamente luogo veruno più adatto poteano scegliere i Pisani sia per la prossimità delle miniere le più coltivate dell'isola, sia per la situazione della terra; la quale fortificata validamente dagli stessi Pisani, fu il primo baluardo contro al quale per molti mesi inutili tornarono gli sforzi dell'esercito aragonese.
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