Divisa era adunque la fede, diviso l'odio; perché non v'era più amico o nemico che lo fosse di tutti. Abbonacciatasi pertanto con tale spartimento la universale animosità, maggiore si manifestò ogni giorno la debolezza di ciascheduna provincia; ché siccome i pensamenti degli uomini si distendono nella confidenza dell'unanime altrui ausilio, così divengono chinati e scemi quando per lo disgregamento delle primiere forze non la potenza sola è menomata, ma sottentra anche il timore di vedere gli antichi soci trascorrere dall'abbandono alla nimistà.
Altro grave danno ebbe pure a partorire alla Sardegna quella divisione di giudicati; poiché i semi allora si gittarono di quelle rivalità provinciali e municipali di cui nel seguito della Storia si dimostreranno gli effetti; e per le quali molti incapricciti della fortuna o della gloria del luogo ove nacquero, non la Sardegna, ma la terra natale ebbero nel cuore.
Recando pertanto alla somma questo discorso sugli atti e sulle conseguenze del governo dei giudici sardi, penso che dal fin qui detto venga a chiarirsi che in quella condizione di cose fausto fu pei nazionali il concentrarsi di ogni podestà nella signoria aragonese. Fausto sarà forse eziandio per lo scrittore lo scambiare una narrazione che non un aspetto, non un colore poté mai serbare, alla relazione di avvenimenti più ristretti fra loro, più onorevoli per la nazione sarda e che più davvicino ragguardano alla sua storia. E se l'animo del lettore fu contristato dal vedere non mai tranquillate nel correre di due secoli quelle stesse armi che furono impugnate per la conquista della Sardegna; un quadro più consolante gli si presenterà allorquando, radicato il novello dominio, vedrà la nazione partecipe dei destini e delle istituzioni di una delle maggiori monarchie europee, ricomporre, per così dire, mercé della sapienza delle sue leggi, gli elementi del suo benessere e non mancare giammai del debito suo verso il principe e verso se stessa.
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