Pagina (371/1187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      I semi di novella guerra erano frattanto nelle condizioni stesse della pace. I Pisani aveano ceduto al sinistro destino, ma sofferivano a malapena la loro umiliazione. Il castello di Bonaria era oramai la vera rocca cagliaritana. Ivi scaricavansi le mercatanzie, ivi pagavasi ogni gabella. La spiaggia più vicina a Cagliari chiudevasi ad arbitrio di quei castellani alle navi straniere. I confini della città, già regina dell'isola, estendevansi appena alle falde del colle su cui s'innalzava. Le quali cose, incomportevoli pei Pisani, faceano sì che dessi ogni dì vie maggiormente s'invelenissero contro ai novelli signori [964] . I Genovesi, anch'essi mal paghi, pretendevano altra volta al loro mal celato corruccio l'occupazione di Sassari; e, concitati a loro favore quei popolani, grandi turbamenti introducevano nella città a danno degli uffiziali regii. Questi perciò faceano sostenere le persone dei principali malcontenti, i quali erano tutti o seguaci o congiunti dei Doria; abbenché poscia il re, o per generosità o per prudenza, procedesse rimessamente nel gastigarli. Moriva indi a poco Filippo di Saluzzo; e per la mancanza di un uomo tanto autorevole, le gare o più agevolmente si accendevano fra le parti diverse, o spegnevansi più tardi. In questo stato di cose passò il comando maggiore dell'isola nelle mani di don Berengario Carròz, cui il re commise il supremo potere col titolo allora in uso di governatore generale [965] .
      Nondimeno i Pisani prima di prorompere in aperta ostilità, tentarono i mezzi della conciliazione, spedendo alla città di Valenza ambasciatori al re Cello di Agnello e Gerardo di Castelanselmo, i quali narravano: gli uffiziali regii governarsi in Sardegna seco loro in modo che ben vedeasi esser la pace velame di novelle ingiurie, non sostegno di durevole amistà; avere alcuni mercatanti pisani, partiti da Cagliari con lettere dell'infante per recuperare certi loro poderi in Villa Iglesias, sofferto da quelli abitanti e dai Catalani che vi teneano stanza, ogni maniera di strazio; i governatori far le viste d'ignorare tali atrocità; non permettersi ai Cagliaritani verun procaccio di frumento, se prima non si portava ogni cosa a Bonaria; ivi soprastar poscia loro tutte le molestie e vessazioni; chiudersi il loro porto; negarsi ai signori pisani l'esercizio delle ragioni di feudo recentemente accordate.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Pisani Bonaria Cagliari Pisani Genovesi Sassari Doria Filippo Saluzzo Berengario Carròz Pisani Valenza Cello Agnello Gerardo Castelanselmo Sardegna Cagliari Villa Iglesias Catalani Cagliaritani Bonaria