Alfonso re non obbliò punto i servizi renduti dal giudice di Arborea all'infante. Uno dei primi atti del suo governo in Sardegna fu la conferma amplissima dei diritti di Ugone; al quale dichiarò sottoposte le città d'Oristano, Terralba, S. Giusta, Ales, Bosa, colle castella di Goceano, Monreale, Marmilla, Montiferro e Monteacuto [977] . Ed alloraquando si celebrarono in Saragozza le feste dell'incoronazione, speciale onoranza si fece in quella corte al figliuolo testé nominato del giudice, intervenuto a quella solennità coll'arcivescovo della provincia e con don Bernardo de Boxados [978] . Intese quindi il novello re a comprimere l'ardimento dei Doria; i quali, non paghi di aver conturbato la quiete dell'isola per cagione dell'occupazione del Castello Genovese disputato fra varie persone della stessa famiglia, e di avere in tali competenze proceduto con irriverenza verso l'ammiraglio [979] , volevano anche colà propagare colle discordie civili le discordie religiose, parteggiando apertamente per l'antipapa Niccolò V e per lo scisma scandaloso di Lodovico il Bavaro. Sollecito pertanto don Alfonso di sbarbare dalle radici il male, dopo aver provocato presso alla Santa Sede le censure ecclesiastiche contro ai turbolenti, cacciava anche da Cagliari tutti i frati predicatori e quelli della regola dei Minori di S. Francesco, i quali, come Pisani, profittavano di quelle congiunture per tentare la consegna del castello alla repubblica. E quindi pei consigli del cardinale Napoleone, devoto alla casa d'Aragona, comandava che nissun prelato regolare risiedesse in Sardegna, ed ai soli loro vicari fosse permesso il passarvi, purché Aragonesi [980] .
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