Tranquillossi colla guerra esteriore genovese anche la guerra intestina da essi protetta; in modo che gli annali aragonesi danno per alcuni anni solamente conto dello scambio avuto in Sardegna da qualche governatore; di alcune compagnie di soldati condottevi da Pietro López di Bolea; e di varie novelle concessioni di feudi [1028] . Ma era nel destino delle cose che le gare restassero lunga pezza accese fra i re di Aragona ed i giudici di Arborea. A Mariano erasi somministrato maggiore incitamento di mostrar di nuovo il viso alle truppe aragonesi, dopoché il pontefice Urbano V, mal soddisfatto che don Pietro avesse pei bisogni delle sue guerre posto mano sulle rendite delle chiese, aveva in concistoro non solo mostrato inclinazione a privarlo del regno, ma toccato anche qual cosa del concederne l'investitura al giudice. Il che, mentre induceva il re a risoluzioni più temperate, rinfocolava Mariano a tentare altri mezzi di allargare il suo dominio; favoreggiato com'era da una grande quantità di isolani, o suoi sudditi o suoi aderenti [1029] . Ad uguali pensamenti veniva anche commosso il giudice dalle ambasciarie che riceveva al tempo istesso dai Pisani; poiché come stabilivasi fra essi ed i Fiorentini la pace, così tosto Giovanni dall'Agnello, assunto al governo di Pisa, inviava suo messaggiero in Arborea Benincasa di Meo Casoni onde stringere amicizia con Mariano a nome del comune [1030] . Il movimento pertanto si propagò con tal ardore, che già nella maggior parte dell'isola non al nome del re si obbediva, ma a quello del giudice.
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