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      Vedendo dunque nel commovimento dei popoli per una novella maniera di reggimento violati i diritti del suo figliuolo, imprese a sostenerli con animo. E scambiate le parti col suo consorte, mentre egli portavasi nella corte del re onde ottenere che accettandosi la di lui sommessione venisse in ricompensa assistito nel comprimere la rivolta della provincia, la moglie assumendo doveri virili indossava le arme; e trascorrendo per l'isola alla testa dei suoi fidi riduceva a obbedienza i ribelli; impossessavasi in breve tempo di tutte le terre e castella della sua famiglia; e facea prestare dai suoi vassalli giuramento ed omaggio al giovanetto principe. Al tempo stesso scrivea Eleonora alla regina d'Aragona una lettera, informandola delle cose avvenute ed implorando per lo di lei mezzo l'ausilio del re per la prosperità della provincia d'Arborea [1052] .
      Meravigliavasi la corte del re all'udire che tanta altezza di sensi e tanto valore si annidasse nel petto della giovine principessa; e lo stesso consorte, il quale forse non confidavasi di un così pronto risolvimento delle cose da lui lasciate turbatissime, pentivasi quasi della precipitata sua sommessione. Onde parendogli lungo il differire d'esser a parte delle glorie di Eleonora, chiedeva al re licenza per ritornare nell'isola. Ma quelle stesse vittorie della giudicessa aveano fatto stare sopra pensiero il re. Erasi già da lui fatta provvisione all'invio di nuovi soccorsi guerreschi in Sardegna sotto il comando di Ponzio di Senesterra, marito era di donna Violante Carròz, figliuola ed erede del conte di Chirra.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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