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      Turbato il re per questo pronto rivoltamento, e sapendo che dopo le stragi e conflitti di tanti anni si difettava oramai di difensori della causa aragonese, nell'eleggere ch'ei faceva il nuovo governatore generale del regno Raimondo di Montbui, comandava con calde istanze a tutti i baroni possessori colà di feudi vi passassero per assistere il novello governante; e forniva di rinforzo Cagliari, Alghero e le altre castella regie spedendo dugento balestrieri ed altrettante lance sotto il comando di Antonio di Podioalto e di Arnaldo Porta, messaggiero inviato dalla Sardegna per annunziare al re i patiti disastri [1059] . Fu seguito questo soccorso da altre truppe capitanate da Giordano di Tolono e da quattrocento soldati condotti a stipendio nell'isola; al tempo stesso che alcune galee si faceano passare dalla Sicilia nei nostri mari per ristorare i difensori delle castella litorali. Ed il massimo dei soccorsi prometteva pure il re profferendosi di passarvi egli stesso alla testa di possente esercito [1060] . Se non che veniva allora frastornato questo passaggio a cagione della guerra insorta col re di Granata; per la quale il re si dovette contentare di afforzare solamente le guarnigioni di Cagliari, di Acquafredda, di Longonsardo e di Alghero; dove fu spedito Rodrigo Ruiz con molte bande di cavalli e fanti. Si trattava pure allo stesso tempo di qualche conciliazione con Brancaleone; e Giuliano di Garrius, tesoriere e consigliere del re, partiva a tal uopo munito di adatte istruzioni.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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