Dalla carta di Eleonora si possono pure ricavare varie notizie atte a manifestare alcune delle costumanze della nazione in quei tempi. Le ordinazioni minute per la caccia [1094 ] dichiarano che la cacciagione era una delle occupazioni predilette degli isolani, come lo è anche al dì d'oggi; e che i ministri delle curie aveano allora il diritto di obbligare in determinati tempi gli uomini dei loro distretti a convenire ad una caccia a loro pro. Fra le altre quella del falconare dovea essere l'esercizio favorito dei principi; poiché leggi severe s'incontrano nel codice contro a coloro che snidiassero alcun falcone [1095] . Dal favore conceduto a questa maniera di cacciagione e dal non trovarsi allorché si parla dell'armatura dei cavalieri [1096 ] cenno veruno di schioppetti od altre arme da fuoco, si può anche trarre argomento per credere che in quel tempo non ne fosse ancora introdotto l'uso in Sardegna. Quantunque da quei provvedimenti s'inferisca [1097 ] che oltre alle aste, alle coltella ed alle spade, altre arme si recavano nelle selve per la caccia [1098] . Apparisce eziandio nella carta di Arborea la cura della giudicessa per la conservazione delle razze dei cavalli [1099] ; e la cautela impiegata perché ai soli Sardi fosse lecito il comperarli [1100] . Si chiarisce del pari che fra le diverse signorie che formavano nell'isola stati diversi era riconosciuto il principio politico della perfetta reciprocazione del trattamento [1101] ; e che nel patrimonio dei giudici d'Arborea non le sole terre e castella si numeravano [1102] ; ma che la ricchezza loro consisteva anche in greggie ed armenti, e negli alveari di privato loro dominio [1103] . Qualche lume s'incontra egualmente in quelle leggi per giudicare dei costumi del tempo; i quali per quanto ne sembra erano corrotti.
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