E frattantoché questo disponevasi a partire colle sue soldatesche, inviava il re altre genti e denaio per ristorare i Cagliaritani ed i difensori delle rocche di S. Michele e d'Acquafredda; con istruzioni dirette a Giovanni di S. Coloma, luogotenente allora del governatore generale, acciò non trasandasse quelli altri espedienti che poteano offerirsi per trattare coi rivoltosi una pace onorata [1108] . Ed a questa pace o trattata o sperata si riducono i ricordi che nella storia aragonese ci restano degli avvenimenti accaduti in Sardegna nel finire del XIV secolo e nell'incominciare del seguente [1109] ; fino a che la spedizione del re don Martino di Sicilia fé trionfare la causa del di lui genitore.
Nullameno ci si trasmise in altro modo la memoria di alcuni ordinamenti stanziati in tal tempo a vantaggio del regno. Fra i quali non devesi pretermettere di notare come i governatori di ambi li capi dell'isola vennero allora assoggettati ad un sindacato solenne nello scadere d'ogni quinquennio, ad esempio di quanto per gli uffiziali minori erasi già accordato nella pace d'Eleonora. Non contento il re a questo provvedimento volle anche privilegiare di singolar favore i cittadini della capitale e quelli di Alghero; i quali in quelle traversie aveano dato dì per dì sempre maggiori testimonianze di leale devozione alla Corona. A tal fine concedeva loro di esser convocati in tutte le corti generali che per lo innanzi si congregherebbero in Catalogna ed in Maiorca; e di sedere fra i deputati di quei regni colle facoltà istesse spettanti ai membri ordinari di quelle assemblee; anche nel caso in cui per li accidenti della navigazione tardo fosse riescito il lor arrivo.
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