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      Grazia invero assai notevole; e che dagli studiosi del pubblico diritto potrebbe esser eziandio stimata alquanto strana; ma che risponde bastantemente al mio intento alloraquando dimostra che il re non sparmiava mezzo nissuno di vincolare colla gratitudine città così devote alla sua signoria. La qual cosa comparirà ancora più onorevole per le città privilegiate, se si ponga mente che le deliberazioni tutte approvate in tal occorrenza dal sovrano furono precedute dalle istanze uniformi degli inviati di Barcellona, di Maiorca e di varie altre città di quei regni. Onde a ragione si può dire che grata tornasse loro quella comunione di diritti; e che la presenza di quei deputati stranieri inutile affatto pei diversi interessi delle distinte monarchie, riescisse piacevole per coltivare la mutua benivoglienza delle nazioni [1110] .
      La storia sarda deve anche in questo periodo di tempo in cui stazionarie rimasero le armi di Aragona e di Arborea, rammentare due grandi avvenimenti: la pestilenza che afflisse di nuovo l'isola e che con terribile vicenda disertava in quell'intervallo di pace i luoghi rispettati dalla guerra; e la morte di Eleonora [1111] ; la quale dovette dai di lei sudditi esser lagrimata come un'altra pubblica calamità. Se i nimici di questa giudicessa abbiano rispettato in quel momento l'altezza della di lei fama, non si disse dagli scrittori aragonesi. Ma la fama di Eleonora era già tale, che i nimici commendandola o spregiandola avriano lasciato alla posterità meglio un esempio di buona o di malafede nel giudicare, che un autorevole giudizio.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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