Eleonora ha lasciato nel suo regno traccie più durevoli della laude o dello spregio dei contemporanei: le sue vittorie ed il suo codice. Donna di gran cuore, Eleonora seppe muovere e trattar l'arme. Donna d'animo virtuoso, innalzossi alla fortezza virile senza obbliare le doti del proprio sesso. Donna di gran mente, tanto valse a giudicare delle cose di stato, quanto davano i suoi tempi. Sovrana, mostrò di possedere le virtù tutte dei regnanti: la superiorità del coraggio, per cui non isbigottì nel veder conturbato dalla ribellione dei sudditi il principio del suo regno; la fermezza, colla quale seppe in breve tempo comprimerla; il valore della persona, per cui espose se stessa nei cimenti guerreschi; quello del consiglio, che le fé sempre indirizzare i suoi soldati alla vittoria. Legislatrice, ebbe il raro vanto di concepire e condurre a compimento il nobile pensiero della promulgazione di un codice. Ebbe quello più raro ancora di rispettare nelle sue ordinazioni i vizi insormontabili del suo secolo; e di conoscere che i difetti delle leggi suscettive di eseguimento devono preferirsi alle virtù inutili della perfezione prematura. Quando si consideri che tante doti erano riunite in una femmina, ed in una femmina del XIV secolo, si giudicherà facilmente che l'oscurità in cui giacque fra gli stranieri la di lei memoria, è l'oscurità stessa di quei tanti eroi i quali non per altra cagione sprofondarono nella lunga notte dell'obblio, che per esser loro mancato l'applauso degli uomini d'ingegno.
| |
Eleonora
|