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      Dove anche al dì d'oggi si ricorda questo fatto in ciascun anno con solennità; abbenché siansi già obbliate le invettive che lunga pezza si scagliarono in quell'anniversario contro ai cittadini di Sassari partigiani del visconte in quel correre di tempi. Invettive nelle quali gli uni ebbero il torto di contaminare la vittoria colle ingiurie contro ai vinti; gli altri la debolezza di non saperle spregiare; a segno che per gran tempo arsero poscia fra quelle due vicine città gare aspre e velenose [1128] .
      Al conforto di tal vittoria si aggiunse ancora l'arrivo poco dopo seguito di cento soldati di grave armatura, di dugentocinquanta cavalli e cento balestrieri che dalla Catalogna erano stati spediti sotto il comando di Acarto de Muro [1129] . Arrivo questo ben opportuno; dappoiché oltre ai nimici interiori, turbata era anche la quiete dell'isola dalle galee genovesi; alcune delle quali governate da Antonio Doria presentatesi improvvisamente nel porto di Cagliari dopo aver arse due navi catalane, travagliarono con uno sbarco repentino le terre litorali, raunando gran bottino nello scorrere per quei borghi. Nondimeno il maggiore dei conforti era quello che si attendeva colla cessazione della lunga vacanza del trono. E questa allora si conseguiva colla solenne dichiarazione fatta dai compromessari a ciò eletti; i quali aveano riconosciuto alla fine maggiori ragioni per la disputata successione nell'infante di Castiglia don Ferdinando, inchinato tosto unanimemente per sovrano d'Aragona [1130] .


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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