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      Opportuno perciò tornerà qui il dar un cenno delle leggi politiche della Sardegna, le quali propriamente per la prima volta recate furono ad eseguimento in questa congrega. Il re don Alfonso non volendosi dipartire da quelle norme che nei regni suoi della Spagna erano già in vigore, estese alla Sardegna la stessa legge delle così dette corti generali del principato di Catalogna [1142] , convocando a formare il parlamento sardo tre ordini di persone: quello degli ecclesiastici composto dei vescovi, abati, priori e capitoli delle chiese cattedrali, chiamato anche fra noi con vocabolo castigliano stamento ecclesiastico; quello dei gentiluomini, nel quale sono compresi tutti i signori di feudi rappresentanti eziandio i comuni loro sottoposti; ed intervengono tutte le persone nobili ed i cavalieri del regno, appellato stamento militare; e lo stamento intitolato reale, al quale convengono i deputati di ciascheduna città. Allorché per convocazione intimata dal sovrano o dal viceré, si dovettero questi tre ordini congregare in solenne parlamento, chiamossi tal concilio corte generale o curia del regno. La riunione distinta di ciascuno ritenne il nome di stamento; la qual cosa succedette specialmente più volte nelle raunate dello stamento militare per lo privilegio concedutogli di congregarsi anche alloraquando non si trovano adunate le corti, onde rappresentare al sovrano le cose necessarie al bene dello stato; essendo stata a questo stamento in modo particolare commessa la tutela delle ordinazioni vinte nei parlamenti.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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