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      Compiuto da don Alfonso quest'atto, veleggiò egli alla volta della Sicilia e quindi di Napoli, onde invigilare dappresso sulle cose turbate di quel regno; per le quali avea già ricevuto in Alghero i messaggi della regina Giovanna profferentesi di adottarlo a suo figliuolo [1151] . Durante il quale intervallo di tempo, non meno che negli anni succeduti al ritorno del re in Aragona ed alla sua guerra col re di Castiglia, lo stato politico della Sardegna non soggiacque a veruna grave mutazione; trovandosi solo annotato dagli scrittori l'ingresso di Barzolo Magno a mano armata nella rocca di Goceano, liberata poscia dalle genti di Leonardo, marchese d'Oristano [1152] ; il sacco dato da sette galee genovesi al castello di Longonsardo, il quale fu perciò poco dopo fatto demolire per comando del re [1153] ; ed il provvedimento dato alla maggior difesa di Portotorres, del borgo di Lapola in Cagliari e di Alghero; dove non contento il re d'inviare una compagnia di balestrieri, anche una novella colonia ebbe a spedire, onde riparare ai danni sopportati da quella popolazione nella lunga guerra dei giudici d'Arborea [1154] .
      Frattanto Antonio Cubello succedeva per la morte del padre Leonardo nel marchesato d'Oristano [1155] ; ed innalzavasi al comando supremo dell'isola Bernardo di Centelles [1156] ; ed i Sardi non solo quietamente godevano della cessata guerra nelle loro terre, ma mostravansi talmente devoti al re, che profferivansi di prestargli ausilio nelle guerre lontane. Partiva perciò legato dei Sassaresi Leonardo Zonza, uomo già illustre nelle guerre precedute; e le altre città anch'esse sovvenivano con larghe oblazioni al tesoro del principe; al tempo medesimo ch'egli prevaleasi della fede di Salvatore Cubello, fratello del marchese d'Oristano, facendolo passare con dugento cavalieri sardi in Sicilia per vegliare quivi sugli andamenti di alcuni castellani, dei quali il re poco si confidava [1157] .


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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