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      Ebbe poi don Alfonso a conoscere egli stesso quanto i Sardi lo amassero allorché portossi in Cagliari nell'intraprendere la sua spedizione in Africa per combattere la reggenza di Tunisi [1158] . E quando temendo i nuovi nimici che gli concitava il maritaggio del duca d'Angiò (suo rivale nella successione al regno di Napoli), colla principessa Margherita di Savoia, figlia di Amedeo I, raccomandava al marchese d'Oristano tenesse pronte ed addestrate le sue genti per passare in Toscana a pugnare coi Fiorentini e coi Senesi, che gli aveano mancato di fede; o far provvisione con quelle a qualunque impensato turbamento nell'isola [1159] . Né mal preveduti furono quei turbamenti; perché Niccolò Doria, conte di Monteleone e signore del Castello Genovese, assistito dalla repubblica di Genova, nimica del re in quelle contenzioni del regno di Napoli, innalzò poco dopo nell'isola lo stendardo della rivolta. Onde Giacomo di Besora, il quale allora governava l'isola come viceré, dovette porsi alla testa di varie soldatesche sassaresi, algheresi, e bosane, capitanate da alcuni dei più chiari personaggi di quelle terre, per campeggiare la rocca di Monteleone. Innalzavasi questa sul cacume di una montagna aspra e dirupata; e non correndo fra quei balzi veruna via che desse adito ad investire il castello, fu d'uopo che l'assedio durasse lunga pezza anche nella rigida stagione. Per la qual cosa i Sassaresi, che specialmente si distinsero in quelle fazioni, ebbero lettere onorificentissime dal re, che esortavali da Messina a continuare in quelle dimostrazioni di fede e di prodezza [1160] . E ben cadde in acconcio questa costanza dei Sardi nella devozione al re; giacché in quello stesso tempo combatteasi da lui presso all'isola di Ponza nelle marine napoletane la famosa battaglia navale coi Genovesi, nella quale tanto essi soprastettero ai Catalani che impadronironsi della persona stessa di don Alfonso e di quella del re di Navarra e di molti altri cavalieri; fra i quali annoveravasi anche il sardo gentiluomo Salvatore di Arborea testé mentovato.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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