Quantunque siasi poscia risoluta questa vittoria meglio in onore che in profitto dei Genovesi; dappoiché il signore di Milano, il quale allora reggeva i destini di Genova, non sì tosto ebbe in sua podestà quelli illustri prigioni, accordò loro pienissima libertà [1161] . Calmato pertanto ogni sospetto anche nella Sardegna, mentre il re impossessavasi nel regno di Napoli dell'importante rocca di Gaeta, cedevansi alle armi regie in Sardegna con le altre ville di Niccolò Doria, che calava alla sommessione, le castella di Monteleone e di Bonvehi; le quali si faceano allora smantellare, acciò non più si annidasse in quelle rupi erte e di malagevole accesso lo spirito di rivolta, che attutavasi ogni dì maggiormente in quel regno glorioso di don Alfonso. Premiava pure il re coloro che aveano cooperato a quell'impresa; e perciò assegnavansi alle città di Sassari, Alghero e Bosa le terre di Monteleone; e privilegiavansi di vari feudi e terre le persone più benemerite delle stesse città, che aveano contribuito colle loro persone e coi loro averi a quella campagna [1162] . Non essendo stato poscia sufficiente quello scemamento di dominio, perché Niccolò Doria quietasse lungo tempo, il re vedevasi costretto di nuovo a voltare contro a lui le sue armi, promettendo prima a Francesco Gilaberto di Centelles, e poscia a Francesco Saba, Stefano Fara e Gonnario Gambella la possessione del Castello Genovese tuttavolta che riescisse loro di espugnarlo. La qual cosa si poté solamente ottenere alcuni anni dopo e colle armi regie che occuparono finalmente quella rocca importante; conosciuta dopo quel tempo col nome di Castellaragonese, e più recentemente con quello di Castelsardo [1163] .
| |
Genovesi Milano Genova Sardegna Napoli Gaeta Sardegna Niccolò Doria Monteleone Bonvehi Alfonso Sassari Alghero Bosa Monteleone Niccolò Doria Francesco Gilaberto Centelles Francesco Saba Stefano Fara Gonnario Gambella Castello Genovese Castellaragonese Castelsardo
|