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      I Sardi pertanto paghi della benigna apertura del novello regno, accoglievano al tempo stesso con ogni dimostrazione d'onore il figliuolo primogenito del re, don Carlo, principe di Viana; il quale passando dalla Sicilia in Ispagna per riconciliarvisi col genitore, soggiornava per qualche tempo festeggiato da ogni ordine di persone nel castello di Cagliari. Nel mentre che Giovanni de Flos, nuovo viceré e governatore speciale del Logodoro, facea provvisione alla sicurtà della di lui navigazione; e Giacomo di Aragall, governatore del capo di Cagliari, trascorreva con mandato del principe l'isola per raccorre i donativi in tal congiuntura esibitigli [1178] .
      Una nuova istituzione s'introducea pure nell'isola in quell'incominciare del regno, che assai utile tornava alle persone suggette nei loro litigi al giudizio dei tribunali ecclesiastici; per le quali, sparmiato l'obbligo di ricorrere a lontana autorità onde conseguire la riparazione di qualunque danno, stabilivasi allora per la prima volta un tribunale di appellazioni; destinandosi a governarlo il dottore in legge Giovanni di Capdevilla, rettore della parrocchia algherese. Tribunale questo che sussiste anche oggidì, illustrato mai sempre da una serie di personaggi forniti di dottrina profonda e di grande perizia nella ragione canonica [1179] .
      Alle ordinazioni dello stesso re don Giovanni si deve del pari la dichiarazione fattasi al tempo del suo incoronamento che il regno di Sicilia e quello di Sardegna si dovessero d'allora in poi considerare perpetuamente uniti alla Corona reale di Aragona [1180] . E bene gli manifestarono i Sardi poco dopo d'esser uniti di vero animo alla sua Corona; perciocché nei grandi pericoli da lui corsi per lo ribellamento dei Barcellonesi, furongli larghi di pronto sussidio; e nella pugna combattuta presso alle mura di Girona a difesa della regina e del principe don Ferdinando, perirono nel luogo della battaglia fra gli altri campioni della causa regia i gentiluomini sardi Pietro Dessena, visconte di Sanluri, e Pietro Sapata [1181] .


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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