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      Davasi voce che un navilio genovese si apprestasse per tentare una incursione in Oristano, od in altra popolazione litorale. Epperò il re comandava che il borgo di Lapola in Cagliari venisse privilegiato di speciali franchigie, affinché diventando più popoloso, diventasse anche più sicuro. Acerbe contenzioni agitavansi al tempo medesimo fra il viceré Ximene Pérez ed il procuratore regio Giovanni Fabra, col quale attestavansi Giacomo Aymerich, Andrea Sugnier, gentiluomini cagliaritani, e molti dei cavalieri di Sassari, mostratisi già nell'assemblea delle corti poco affetti al viceré. Avendo egli in quella competenza (della quale non si ha maggiore contezza) se non il vantaggio del buon diritto, quello almeno dell'autorità, travagliava aspramente i suoi avversari. Levandosi perciò il popolo a romore, gravi commozioni si generavano: di minor durata nella capitale, dove i consiglieri della città acconsentivano a trattare una conciliazione; di maggior importanza in Sassari, dove alcuni dei cittadini [1207 ] tumultuando furiosamente, cacciavano dal seggio loro i consiglieri posti dal viceré ed eleggevano altri uffiziali a lor talento. Sebbene non lunga pezza poté durare quella sollevazione; poiché si pose mente ad un tempo a reprimere gli accaduti eccessi ed a toglier il fomite alle nuove discordie, condannandosi nel capo i rivoltosi di Sassari e richiamandosi dal governo del regno il Pérez; al quale succedevano in tal incarico prima Guglielmo di Peralta, e poscia Pietro Massa [1208] .


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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