Tuttavia non tardò molto tempo a comparir di nuovo in Sardegna il Pérez; il quale dovette sincerare il re che le sue operazioni erano state leali, dacché ne ottenne in quel ritorno la facoltà di procedere contro ai suoi emoli e di condannarli in un giudizio di maestà. Questa è la sola memoria che resta del rinnovato di lui governo. Gli atti dei successori suoi Ignazio di López Mendosa ed Álvaro Carrillo sono involti in maggior oscurità [1209] . Il viceré che loro succedette, chiamato Giovanni Dusay [1210] , lasciò di sé maggiori ricordi perché durante il suo governo vennero cacciati dall'isola tutti gli Israeliti che colà aveano posto stanza fino dal tempo in cui Tiberio li avea ivi confinati [1211] . Altri due grandi avvenimenti ebbero pure effetto nel tempo del di lui comando: la riduzione a minor numero delle chiese vescovili sarde; e la convocazione del parlamento.
Era già da lungo tempo che le pestilenze e le guerre civili aveano disertato una gran parte delle più fiorenti città e ville della Sardegna. I diciotto antichi vescovadi erano perciò di soverchio in tanto scemarsi di popolazione. Nel secolo XV erasi per tal motivo unita alla chiesa della capitale quella di Suelli [1212] . Nell'incominciare del secolo seguente più estesi furono gli ordinamenti che concertati prima col pontefice Alessandro VI venivano recati ad eseguimento dal suo successore Giulio II, onde ridurre i seggi vescovili ad un numero più adattato alle circostanze del tempo. Univasi pertanto alla chiesa di Cagliari quella di Dolia; univansi alla turritana le chiese di Sorra e di Ploaghe; all'arcivescovado di Arborea il vescovado di S. Giusta; ed al seggio usellese quello di Terralba; nel mentre che la sede di Bisarcio aggregata a quella di Ottana trasferivasi nella città d'Alghero, priva fino ad allora di tal dignità; quella d'Ampurias trasportavasi nel Castello Aragonese; e la sulcitana in Iglesias, dove durava per brevissimo tempo, per esser stata da lì a non molto unita alla cagliaritana.
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