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      Tuttavia la maggiore e la più considerevole delle richieste fu quella della creazione in Cagliari di una università di studi. Esposero le corti i grandi vantaggi che risulterebbono ai Sardi se potessero trovare nella patria quell'istruzione che erano obbligati a ricercare nelle scuole maggiori della Spagna e dell'Italia. Avea già il parlamento contemporaneamente assegnato la somma necessaria per la fabbrica dell'edifizio; e perché maggiormente si chiarisse che quella nobile proposizione derivava da un partito preso comunemente e non vinto, ciascun membro del parlamento rinunciava per benefizio della nuova opera all'emolumento introdotto dalle antiche costumanze a favore dei concorrenti alle congreghe. Dimandavano adunque piacesse al sovrano stabilire e proteggere nella capitale la desiderata università; nella quale si potessero leggere le scienze superiori ed ottenere quelli onori accademici che nelle altre scuole dell'Europa erano in uso. Accolse il re con significazione speciale di gradimento questa supplicazione [1296] . E non tardò poscia a sorgere in Cagliari lo studio generale, del quale in altro luogo più acconciamente darò contezza; toccando anche dell'altro che correndo quelli stessi tempi fu con laudabile emulazione eretto nella città di Sassari.
      Nel succeduto governo del conte del Real o mancò agli affari pubblici il movimento, o mancò la novità delle cose, la quale è sovente l'unico titolo per la rimembranza. Dell'altro del duca di Gandia [1297 ] restarono più notevoli le traccie, perché durante il di lui governo ebbe luogo l'invio nell'isola d'un personaggio di gran conto; il quale investito dell'autorità di visitatore e commessario generale del regno fu degno stromento delle cure del re a pro dei Sardi.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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