Pagina (518/1187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Illustrò don Francesco Vico questa sua opera con copiosi commenti; i quali sarebbero stati più apprezzabili pei forensi se un po' più si fosse egli trattenuto nel rischiarare il senso delle leggi, un po' meno nell'accumulare tante quistioni od aliene dal suo assunto, o soverchie. Ma di ciò accagionar si deve l'influenza contagiosa dei così detti trattanti o prammatici, e di quelli specialmente della Spagna coi quali il Vico misuravasi; e che non tanto amavano la gloria di comprovare le proprie opinioni, quanto quella di numerare in una lunga filza di nomi oscuri le altrui sentenze. Malgrado di ciò, in quei tratti nei quali il Vico intraprese a svolgere le consuetudini del regno, pregievolissimo è il di lui lavoro; è perciò si può dir con ragione che il di lui innalzamento, del quale ho fatto menzione, era dovuto non alle cariche che avea coperto nel magistrato supremo del regno, non al nome distinto che portava, ma al merito che lo distingueva.
      Era stato appena imposto termine al parlamento convocato da don Giovanni Vivas, che una congrega straordinaria s'indisse per comandamento del re; il quale abbisognando per sopperire al dispendio della guerra di quei tempi di maggiori soccorsi dai suoi regni, anche alla Sardegna avea indiritto le sue richieste. Spedì egli a tal uopo don Luigi Blasco, consigliere nel Supremo di Aragona; e questi secondato dal novello viceré don Girolamo Pimentel, marchese di Baiona [1315] , riescì felicemente nel suo incarico, avendo ottenuto un donativo di scudi ottantamila per un quinquennio [1316] .


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Francesco Vico Spagna Vico Vico Giovanni Vivas Sardegna Luigi Blasco Supremo Aragona Girolamo Pimentel Baiona