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      La lunga pace avea ammorzato ma non spento gli spiriti guerreschi della nazione. Perciò la notizia della comparsa di quaranta navi nemiche nel golfo di S. Marco e dell'approssimarsi del navilio alla costiera, giunse più improvvisa che terribile. Il viceré conte d'Almonazir non d'altre arme poteasi valere che di quelle bande nazionali conosciute col nome di milizie che sommavano in quel tempo a cinquemila fanti e quindicimila cavalli; poiché i re di Spagna non teneano allora nell'isola veruna milizia condotta a stipendio. Ma queste soldatesche sperperate in tutto il regno e quietanti nelle loro case, non così affrettatamente poteano esser raccolte. Onde se tutte risposero col repentino e rapido movimento al grido d'allarme elevatosi nella capitale, a poche delle più vicine fu dato il partecipare alla gloria dell'impresa. Comandava queste prime schiere partite da Cagliari don Diego d'Aragall, governatore della città, e capitaneggiavano sotto di lui Pietro Fortesa, Diego Masones ed altri prodi uffiziali; ai quali fu commesso di ordinare le milizie delle terre di Arborea, acciò avessero queste alla loro testa guerrieri abili nel fronteggiare il nemico.
      Frattanto il conte di Harcourt bersagliava colle sue artiglierie la gran torre di quel golfo; e proteggendo lo sbarco delle truppe nel lido, facea sì che le poche scolte sorprese entro quella torre, veggendo impossibile la resistenza, l'abbandonassero in mano ai nemici. Gli abitanti di Oristano soprappresi anch'essi rifuggivano in altri luoghi più mediterranei; specialmente dopoché, violata dai Franzesi la promessa di sostare l'occupazione della città fino a quando giugnessero colà le risposte del viceré, spinsero il loro esercito inverso Oristano [1328] . Mentre perciò l'arcivescovo coadiutore don Pietro Vico, sullo zelo del quale era in quei primi momenti riposta la somma delle cose, riparava col grosso dei popolani alla villa di S. Giusta, il conte di Harcourt occupava senza contrasto la città; fiancheggiato anch'egli da un arcivescovo, cioè da Antonio di Borbone, arcivescovo di Bordeaux, il quale prese parte in tutta quella fazione.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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