Dell'una e dell'altra virtù abbisognano maggiormente quei governi che posti a larga distanza dalla nazione suggetta, sopperir debbono coll'efficacia alla prontezza dei comandamenti; e con più estese indagini ricercare quella verità la quale se vedesi le tante volte travisata, odesi più di frequente alterata. Ad ambi questi bisogni di chi comanda e di chi obbedisce satisfecero in Sardegna i re aragonesi e castigliani colla saviezza delle leggi ragguardanti all'esercizio della loro signoria. Né qui io intendo favellare della parte ch'essi vollero concedere ai notabili della nazione nel discutere o rappresentare alcuni degli interessi maggiori dello stato; ché di tale provvedimento e dei frutti che partorì già altre volte toccai nel dar cenno del periodico convento delle nostre corti. Il mio scopo in questo luogo è solamente di manifestare che mercé degli ordinamenti stanziati pel governo della Sardegna, i reggitori dell'isola nelle cui mani doveasi risolvere il potere sovrano, se ebbero in se stessi tutta la forza necessaria al comando, furono anche sottoposti a quelle saggie cautele senza le quali le persone investite di una podestà delegata, trasandando i propri confini, si videro più volte disposte meglio a far obbliare che a far rispettare la suprema autorità da esse rappresentata. Laonde se gli atti di quei luogotenenti del regno non in ogni tempo fortunarono la nazione, ciò si deve attribuire meno al difetto delle leggi che al vizio delle persone; poiché torna più agevole il conoscere che praticare il giusto; e non sempre risponde al senno degli uomini di stato l'energia o la virtù.
| |
Sardegna Sardegna
|