In quella riserbata giurisdizione per le cose ecclesiastiche erano anche comprese le cause trattate nel tribunale detto dell'Inquisizione, stabilito dai sovrani spagnuoli anche nella Sardegna; dove risiedettero durante il loro governo un inquisitore maggiore ed un fiscale soggiornanti in Sassari, dai quali deputavasi nella capitale un commissario generale. Ma, qualunque ne sia stata la causa, degli atti di questo tribunale non restò fra noi verun ricordo notevole; mostrando i monumenti di quel tempo, ch'ebbe più ch'altro l'inquisizione di Sardegna a trattenersi nel contendere col governo dell'isola per le così dette competenze di giurisdizione, e per la protezione che concedeva ai numerosi suoi uffiziali. Anzi quella dichiarata tendenza a moltiplicare per ogni dove gli uffiziali dell'inquisizione, pel solo fine di renderli partecipi delle franchigie del foro, trascorse sì fattamente oltre ad ogni convenienza che l'amministrazione civile del regno non poco ebbe a risentirsi di quello smoderato numero di persone esenti dall'autorità degli uffiziali regii; poiché mercé dei personali favori d'immunità propagati da quel tribunale e dagli altri giudici ecclesiastici, una considerevole porzione dei popolani trovavasi in grado di cansare il potere dei delegati del re [1359] . La qual cosa conferendo a francheggiare colla speranza dell'impunità i malvagi che abusavano talvolta di quel privilegio, molti ordinamenti dovettero a tal uopo bandirsi durante la signoria spagnuola. E maggiori poscia furono quelli che si pubblicarono dai reali di Savoia; i quali fra le prime cure del nuovo governo ebbero specialmente a cuore d'invocare l'autorità dei sommi pontefici, onde divellere con una saggia concordia tutti gli abusi da più secoli invalsi per la guasta interpretazione delle canoniche discipline.
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