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      Il visitatore Carrillo nel dar conto al re di tali articoli di rendita non poté venir in luce della quantità determinata dei vantaggi. Nondimeno se si dee trarre conghiettura dell'appalto che nel breve dominio degli Austriaci poscia si fece di gran parte di tali entrate per lo valsente di scudi cento e diecimila, si può avere una norma per riconoscere quale fosse nei tempi preceduti il pro dell'erario sardo nella riscossione delle sue rendite certe [1423] .
      Maggior certamente era il vantaggio che raccoglievasi dalle incerte; delle quali perciò in ogni incontro o confidavansi o valevansi i sovrani nel far provvisione a qualche straordinario emergente, sia pel servizio della Sardegna, che in benefizio degli altri regni [1424] . Consistevano queste, oltre alle multe fiscali, alla quinta parte spettante al tesoro nelle prede barbaresche e ad alcune minori gabelle stabilite nell'interno commercio, nel dazio di estrazione imposto sulle derrate dell'isola. Questo diritto era talmente importante, per ragione della quantità grandissima di frumento trasportata allora annualmente dalla Sardegna, che non era punto straordinario in quell'età si conseguisse per la sola gabella delle estrazioni il procaccio di una somma mezzana fra li dugento e li trecentomila scudi [1425] .
      Con tali mezzi si facea fronte ai dispendi del pubblico servizio. Questi nel rispetto degli stipendi assegnati agli uffiziali civili e militari importavano una somma di molto inferiore [1426] . Ma assorbivasi, e il più delle volte sopravanzavasi la rendita ogni qual volta le spese allora frequenti di guerra ricercavano maggiori sagrifizi.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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